1° dicembre Giornata Mondiale contro l’AIDS L’associazione Giobbe: «L’HIV è un’epidemia ancora in corso: occorrono più informazione e sensibilizzazione per poterla sconfiggere con gli strumenti di prevenzione e trattamenti farmacologici oggi disponibili. In attesa di un vaccino»
Domani è la Giornata Mondiale contro l’AIDS (una sindrome causata da un virus: l’HIV), un’occasione per rinnovare l’impegno nella prevenzione e combattere lo stigma che ancora circonda l’infezione e le persone che ne sono colpite. Un momento importante di riflessione perché: «Quella dell’HIV è un’epidemia ancora in corso – ci ricorda Giuliano De Santis, presidente dell’associazione Giobbe, che da oltre 35 anni è attiva nell’assistenza e nella prevenzione dell’AIDS -, anche se per fortuna nel 2024, dopo alcuni anni di incremento, i nuovi contagi si sono stabilizzati». I dati, infatti, dicono che In Italia sono 150 mila le persone sieropositive e le nuove diagnosi di Hiv sono stabili: lo scorso anno sono state 2.379 (in controtendenza il Piemonte 156, +12%) contro le 2.507 del 2023 (non va dimenticato, però, che il virus a livello globale continua a provocare oltre 700mila decessi l’anno, inclusi circa 60mila bambini). Il problema principale resta quello delle diagnosi tardive. Nel 2024, infatti, quasi la metà dei nuovi casi è stata identificata solo in presenza di sintomi legati all’immunodepressione (quando il virus aveva già compromesso il sistema immunitario), mentre solo un quinto delle persone ha effettuato il test a seguito di comportamenti sessuali a rischio, che rimangono la principale via di trasmissione del virus: 87,6% delle nuove diagnosi. L’HIV è un virus che non ha età, colpisce in tutte le fasce anche se, dall’ultima ricerca, preoccupa il 20% delle nuove diagnosi che riguarda le persone con meno di 29 anni. «Questi dati ci indicano – prosegue Giuliano De Santis – quanto sia importante la prevenzione. Purtroppo, molte persone non percepiscono il rischio e, senza saperlo, possono trasmettere il virus. Di HIV/AIDS se ne parla troppo poco. E meno se ne parla e meno persone si sottopongono ai test, che si possono fare in qualsiasi ospedale e sono anonimi, fondamentali per riconoscere precocemente l’infezione. Quindi prevenzione e sensibilizzazione sono essenziali perché se l’HIV viene diagnosticato per tempo con le nuove cure si può fare una vita normale, diventando una condizione cronica controllabile e non trasmissibile». Secondo l’ISS, infatti, sul fronte terapeutico, i dati fanno ben sperare: “oltre il 95% delle persone in terapia antiretrovirale ottiene la soppressione virale”. «L’associazione Giobbe – ci dice il direttore, Luca Iorfida – oltre alla sua attività di ospitalità di malati di HIV/AIDS in Casa Giobbe a Grugliasco fornendo loro cura e sostegno 24 ore al giorno, ha erogato 160.000 ore di assistenza domiciliare, nonostante le difficoltà per mancanza di finanziamenti, e 378.000 ore di sostegno sociale ed educativo. E, negli ultimi otto anni, ha affiancato, anche, in modo importante, iniziative di informazione e sensibilizzazione dei più giovani. È sconcertante scoprire, quando andiamo nelle scuole, come i ragazzi sappiano poco o nulla di HIV. Con il nostro spettacolo teatrale “Beata conoscenza” pensato da attori e virologi per parlare ai giovani di HIV e malattie sessualmente trasmissibili abbiamo già incontrato oltre 18.000 studenti della scuola secondaria di secondo grado. E la cosa che ci fa molto piacere è che quest’anno abbiamo ampliato il raggio d’azione in tutta la regione, grazie all’aiuto della Regione Piemonte, e a dicembre entreremo per la prima volta nella casa circondariale Lorusso-Cotugno e nell’Istituto Penale per i Minorenni Ferrante Aporti».
Come ogni anno il 1° dicembre, alle ore 10, al Majorana di Grugliasco, c’è l’atteso appuntamento con rockONtest, arrivato alla sua quarta edizione, sfida tra gruppi musicali in rappresentanza delle scuole secondarie di secondo grado che hanno seguito un percorso di formazione sulla prevenzione dell’HIV organizzato dall’associazione Giobbe che ha nello spettacolo teatrale “Beata conoscenza” il suo momento centrale. Le band, davanti ad un pubblico di coetanei, propongono composizioni originali o cover su solidarietà, accettazione del diverso, lotta allo stigma, prevenzione. I primi 3 classificati, grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, vincono buoni acquisto per strumenti musicali mentre le scuole di appartenenza una somma di denaro da destinare a progetti di sostegno ad alunni in difficoltà o disagio. «Da questa esperienza tra i giovani e in questi 35 anni di attività – aggiunge Marco Peretti, vicepresidente dell’associazione Giobbe – abbiamo capito che le misure fondamentali da adottare sono: prevenzione nelle scuole, facilitazione di accesso ai test, educazione sessuale e sentimentale e per questo abbiamo bisogno di un intervento maggiore da parte delle istituzioni. Perché non ci si può accontentare di piccole diminuzioni di infezioni, ma occorre invertire realmente la rotta, soprattutto se si pensa agli strumenti di prevenzione e trattamento farmacologico oggi disponibili. In attesa di un vaccino»
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